Tra “abitare” e “abitiamo” c’è di mezzo Noicoop

Il questionario CCL e Noicoop per progettare e gestire insieme ai soci gli spazi comuni dei condomini.
Per noi “abitare” diventa “abitiamo” solo quando si progettano e si gestiscono gli spazi comuni dei condomini direttamente con i soci. Con noi intendiamo Noicoop, l’associazione di promozione sociale promossa da CCL con l’obiettivo di aiutare i soci a creare spazi comuni che vanno dall’area giochi, alla lavanderia, agli spazi per attività e per momenti di condivisione con il quartiere in grado di attivare servizi comuni di welfare familiare. A questo scopo abbiamo elaborato un innovativo questionario che abbiamo sottoposto ai soci di via Columella 38, di via Argelati 37, di via Savona 120 e di Ticinese 87, volto a cogliere i loro desideri legati alla quotidianità e al vivere in comune.
La prima parte del questionario è servita principalmente per conoscere più a fondo le persone che hanno deciso di partecipare. È importante sottolineare sin da subito l’altissimo coinvolgimento degli intervistati: ben 248 soci su 260. Tra loro lavoratori fuori casa con un’età media di 42 anni, pochi giovanissimi e pochi anziani, principalmente uomini (73 uomini e 51 donne). Ben l’80% di essi è laureato e i restanti hanno un diploma di scuola superiore o un master post laurea.
Abbiamo chiesto se questa è la prima esperienza abitativa in cooperativa. Per 122 dei rispondenti quella con CCL è la prima in assoluto, mentre i restanti 50 vengono da avventure cooperative precedenti. Per quanto riguarda la composizione dei nuclei familiari si presenta una diversità a suo modo omogenea ai fini percentuali: il 24% è mono membro, il 28% è costituito da famiglie con due membri, mentre rispettivamente il 22% e il 31% hanno un nucleo familiare composto dalle 3 alle 4 persone. Le famiglie con bambini minorenni sono il 71% mentre il 29% ha figli maggiorenni. Oltre l’81% degli intervistati ha dichiarato di dover prestare assistenza a propri cari in età avanzata, anche se il 94,8% ha dichiarato di non abitare con persone anziane bisognose di cure. Abbiamo voluto focalizzarci proprio sulla sfera familiare per capire quanto tempo i rispondenti al sondaggio dedicano alla propria famiglia: il 58,2% dedica la sera, il 19,4% mezza giornata, 13,5% solo il weekend e solo l’8,8% tutto il giorno.
Non è mancato il nostro interesse rispetto alla presenza degli animali domestici: solo il 20,6% degli intervistati ne possiede uno.
Attraverso la seconda parte del sondaggio abbiamo voluto indagare le dinamiche legate all’abitare cooperativo: più del 68% dei soci intervistati ha descritto la propria situazione abitativa attuale in termini di “relazioni con il vicinato” riassumendola con l’espressione “rapporti cordiali” e il 32% la inquadrerebbe con il solo “saluto reciproco”. Quando si cambia casa e si inizia una nuova esperienza come quella che si può vivere in un abitare cooperativo è importante capire le attività e i servizi che vorremmo condividere con gli altri e che potrebbero aiutare il nostro welfare familiare. Il gruppo d’acquisto è la risposta che ha trovato maggiore rispondenza (32,2%), seguita dal servizio di colf condivisa (26,9%), dalla baby-sitter condivisa (12,3%) e, ancora, dalla spesa a domicilio (8%) e dalla badante condivisa (1,2%).
Ancora più rilevante è capire a quali attività destinare le sale comuni: per la maggior parte dei casi è stata indicata la possibilità di avere uno spazio fitness (32,2%) o uno spazio arredato per ritrovarsi (19,5%), così come uno spazio gioco bimbi (10%) o lo spazio cucina condiviso (9,2%) e di coworking (8%). Le altre eventuali destinazioni d’uso come una biblioteca, la banca del tempo, la lavanderia/stireria, la micro officina e i gruppi d’acquisto sono scelte che appaiono al momento residuali.
Questa fotografia sarà l’innovativa base attraverso la quale realizzeremo il nostro costruire un nuovo “abitare” e “abitato”.
L’autentica cooperazione parte da un approccio reale, dall’ascolto e non certo da una proposta calata dall’alto. La generazione e rigenerazione urbana è un cammino che coinvolge tutti. In primo luogo chi è chiamato a vivere quel quartiere, quella casa. Pensiamo che con questo questionario si sia realizzato questo percorso utile non solo per CCL, ma anche per le realtà istituzionali locali (Municipi) e per le associazioni più impegnate e attive sul territorio.