Osservatorio Casa Affordable mostra l’altro lato della medaglia: Milano è città sempre più esclusiva ed escludente.
Lo scorso luglio è nato ufficialmente OCA (acronimo di Osservatorio Casa Affordable), progetto di ricerca promosso da CCL e da Delta Ecopolis in collaborazione con il Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano (DAStU) al fine di monitorare le dinamiche di accessibilità economica alle abitazioni del capoluogo lombardo.
Per gettare luce su questo strumento senza precedenti e svelarne scopo, utilità e funzionamento, i “padri” di OCA Alessandro Maggioni, Presidente del Consorzio Cooperativo Lavoratori, Massimo Bricocoli, Professore di Politiche Urbane e Housing e Direttore del DAStU e Marco Peverini, dottorando in Urban Planning, Design and Policy al DAStU si sono resi disponibili per spiegare perché l’Osservatorio Casa Affordable è cruciale e dare qualche risposta importante circa lo stato di salute del mercato immobiliare milanese.
Come spiega il Presidente Maggioni, a fronte della narrazione più classica che applaude i costi del settore immobiliare meneghino come sintomo di crescita e motivo di vanto, OCA vuole spostare i riflettori sul lato opposto della medaglia, quello di cui si parla meno e che pure colpisce diffusamente gran parte della popolazione: i costi dell’abitare, infatti, mettono in difficoltà una moltitudine di persone che a Milano desiderano o devono rimanere – magari per studio o per lavoro – e che si ritrovano compressi fra valori carissimi per gli immobili e redditi medi stazionari.
Per fare questo, l’Osservatorio monitora i livelli della cosiddetta “affordability” della città, fattore che il Professor Bricocoli definisce come un concetto che “pone lo sguardo sia sulla posizione economica degli individui, sia sulle diverse condizioni e i vari costi collegati a una soluzione abitativa” (si pensi, per esempio, alle spese del pendolarismo). Ciò che lo distingue dall’idea di “accessibilità economica”, etichetta con cui in italiano tendenzialmente si traduce “affordability”, è dunque il riferimento a una situazione che perdura nel tempo, piuttosto che a un momento puntuale e finito.
Ed è sempre il Prof. Bricocoli a mettere in guardia sulle conseguenze del basso grado di affordability di Milano: “Il rischio è che diventi una città esclusiva, che esclude chi ha un reddito basso e deve sostenere i costi di un’abitazione perché non ne ha ereditate o non ha un supporto familiare”. Il rischio, quindi, è che il capoluogo lombardo si trasformi una volta per tutte in un luogo inaccessibile, che “prende più di quello che riesce a dare”.
A concludere l’intervista a tre voci è Marco Peverini, che nell’ambito della ricerca dottorale finanziate dal Consorzio Cooperative Lavoratori ha studiato e continua a documentare il fenomeno della scarsa accessibilità economica sul territorio milanese. Oltre a delineare un quadro preciso del costo medio di affitto e il salario medio a Milano, Peverini offre un confronto con Vienna, altra grande città europea che, sulla carta, dovrebbe registrare le stesse problematiche di Milano, ma che in realtà propone un modello virtuoso, mostrando che è possibile contenere il dilemma dei costi abitativi anche nei poli più attrattivi.
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