fbpx Milano, il mercato immobiliare è fuori controllo, ma a rimetterci sono i cittadini. Gli ideatori dell'Osservatorio Casa Affordable gettano luce sulla questione in un'esclusiva intervista a tre voci. - CCL Cerchi Casa
15 Lug 2022 / News

Milano, il mercato immobiliare è fuori controllo, ma a rimetterci sono i cittadini. Gli ideatori dell’Osservatorio Casa Affordable gettano luce sulla questione in un’esclusiva intervista a tre voci.

Milano, il mercato immobiliare è fuori controllo, ma a rimetterci sono i cittadini. Gli ideatori dell’Osservatorio Casa Affordable gettano luce sulla questione in un’esclusiva intervista a tre voci.

Con Alessandro Maggioni e Massimo Bricocoli iniziamo a raccontarvi OCA, l’Osservatorio di CCL, Delta Ecopolis e del Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano (DAStU).

Abitare a Milano non è impresa facile. Se da un lato la città resta un polo attrattivo fondamentale per il nostro Paese, dall’altro rischia di allontanare ed escludere quei membri della società che non hanno modo di far fronte ai costi proibitivi degli immobili. Bisogna mettere un punto: per questo è nato OCA (acronimo di Osservatorio Casa Affordable), promosso da CCL e da Delta Ecopolis in collaborazione con il Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano (DAStU) al fine di monitorare le dinamiche di accessibilità economica alle abitazioni del capoluogo meneghino. 

Fare chiarezza su uno strumento tanto importante è fondamentale, perché si propone di gettare luce su una problematica lampante che coinvolge un numero crescente di persone. Per questo motivo, Alessandro Maggioni, Presidente del Consorzio Cooperativo Lavoratori, Massimo Bricocoli, Professore di Politiche Urbane e Housing e Direttore del DAStU e Marco Peverini, dottorando in Urban Planning, Design and Policy al DAStU si sono resi disponibili per spiegare perché l’Osservatorio Casa Affordable è cruciale e dare qualche risposta importante circa lo stato di salute del mercato immobiliare milanese. 

Il Presidente di CCL, Alessandro Maggioni, ha aperto le danze in questa intervista a tre voci, insieme a Massimo Bricocoli. 

La premessa di OCA è che a Milano si è fermato il cosiddetto “ascensore sociale”. Viviamo in una città che da una parte attrae e dall’altra parte espelle, con un aumento vertiginoso dei valori immobiliari a fronte di non crescita degli stipendi. Perché OCA è così importante?

Alessandro Maggioni: “Mi sentirei di dire che la premessa sta a monte del timore, ossia l’interruzione del cosiddetto “ascensore sociale”. OCA nasce su spinta di noi cooperatori uniti al DASTU di Politecnico poiché, impegnati quotidianamente sul fronte operativo – fare case a costi giusti per il ceto medio e medio basso è la nostra missione storico identitaria – ci siamo resi contro di come prevalga una sola narrazione di Milano: quella trionfale dei pochi vincenti della rendita sui tanti “affaticati” dalla stessa.

Abbiamo così ritenuto necessario impostare un lavoro di medio periodo (OCA per ora ha una gittata triennale ma per noi deve divenire permanente) che facesse emergere anche un racconto differente rispetto a quello che acclama il successo planetario dei costi immobiliari in città.

E questo racconto è quello che fa rima con le fatiche della moltitudine di persone che a Milano vogliono o devono starci, schiacciati tra valori immobiliari altissimi e redditi medi inchiodati al palo. In questo contesto appare chiaro che la Milano da tutti noi conosciuta si sia trasformata in un luogo in cui la terra e l’immobile sono meri fattori di estrazione di valore, rendendo la polis rigettante e, a dispetto delle dichiarazioni enfatiche, esclusiva ed escludente.

OCA vuole diventare, col suo rapporto annuale, uno strumento e una voce per segnare la necessità di guardare non solo al vertice della piramide delle aspettative degli abitanti della città e della sua area metropolitana, bensì anche alla base di tale piramide, che è larga, produttiva e oggi frustrata”.

Cosa serve per migliorare la casa nell’economia metropolitana?

Alessandro Maggioni: “Servirebbe una politica di area metropolitana. Con l’abolizione della provincia è cessata qualsiasi azione simbiotica tra Milano e il suo territorio provinciale. Milano è troppo impegnata a guardare a sé stessa e si dimentica di essere capoluogo di un’area ben più vasta.

Andrebbe dunque recuperata quella che io definisco una “egemonia dolce” del capoluogo sulla sua area metropolitana. In primis, per individuare opzioni di rigenerazione urbana su scala provinciale, per creare opportunità abitative a basso costo in ambiti innervati alla rete del trasporto pubblico. Come? Magari copiando ciò che città autenticamente socialdemocratiche – come Vienna – hanno fatto, con la creazione di una sorta di “banca del suolo pubblico” e la definizione di strategici progetti che vedano l’abitare – in forme innovative e a costi correlati ai redditi – al centro. Unire qualità della vita dei lavoratori a qualità dell’abitare è una premessa necessaria per avere una società più giusta e più serena. Il contrario porta al disastro, oggi sotto agli occhi di tutti, tangibile nelle città diseguali degli Stati Uniti, avamposto in cui le luci del capitalismo finanziario non riescono a nascondere le ombre del disastro che l’iniquità crea”.

In italiano si potrebbe tradurre con “accessibilità economica”, ma “affordability” in inglese racchiude un concetto molto più articolato e ampio. Ce lo spiega? 


Massimo Bricocoli:Affordability è un termine comunemente usato nel dibattito accademico e non abbiamo ancora trovato una traduzione in italiano che sia altrettanto convincente. “Accessibilità economica” fa riferimento a un momento puntuale, in cui si accede a un’abitazione attraverso un contratto di locazione o di acquisto. Affordability pone lo sguardo, al contempo, sulla situazione economica degli individui e dei nuclei e sulle diverse condizioni a cui si dà una soluzione abitativa (la distanza rispetto al luogo di lavoro e i costi, non solo economici, del pendolarismo, per esempio). 

E ancora, al di là delle definizioni di natura accademica, il concetto di affordability ci aiuta a riposizionare il dibattito sulla casa in riferimento a una condizione da osservare nel tempo: posso accedere a un’abitazione, ma nel corso del tempo le mie condizioni lavorative possono mutare al ribasso e non essere più in grado di sostenerne i costi. In qualche misura, il termine “accesso” si è rivelato adeguato e a lungo utilizzato in una fase (quella del Dopoguerra fino alla fine del secolo per intenderci) in cui le traiettorie di vita e di lavoro erano tendenzialmente in ascesa e andavano consolidandosi nel tempo, in un quadro di piena occupazione e crescita economica e dei salari. Via via, la precarizzazione dei contratti e le diverse crisi che si sono succedute hanno determinato una situazione in cui la vulnerabilità economica ha carattere più estensivo e, per alcuni versi, generalizzato. Tra tutti, i giovani si misurano con un mercato del lavoro insicuro e redditi contenuti e intermittenti. La vulnerabilità in generale ha interessato sempre di più una varietà di profili sociali per i quali l’incertezza del reddito ha tratti spesso strutturali o altri che, nel corso della propria vita, vedono il proprio reddito mutare non necessariamente al rialzo. 

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